Fiori di pruno e crisantemi invernali,
fiori caduti in terra e foglie gialle,
bambù verdi, alberi secchi,
il gelo dell'alba.
Così Senno Rikyu, fondatore della cerimonia del tè descrive la sala dei monasteri Zen dove tale evento ha luogo.
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Mille anni e ancora
glicini s'intrecciano
su rami in fiore
una lanterna pende
mossa dal lieve vento
Il cielo è terso
luce sulla radura
si schiude il mondo
profumo di altri tempi
d'antiche Primavere
Eufemia
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Specchio del tempo
ogni anno fa ritorno
d'intatta beltà
sul capo ali adornate
di farfalle d'argento
Riposa il giorno
nell'etereo biancore
del primo sole
splendida l'alba tinta
di grovigli d'edera
Eufemia
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Eri perfetta
nel tuo candido manto
e minute stelle
di trapunta di fiori
ricoperti dal gelo
Dal mondo lassù
ammiravi i contorni
d'un mondo oscuro
ove un'aquila in volo
disegnava contorni
Tu misteriosa:
ferita dalla luce
tenue e soffusa,
ad intonare un canto
mentre si desta il sole
Eufemia
immagine di Sophie Touvenin
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Amor velato
tra le montagne in fiore
sogni ancor puri
come l'acqua di fonte
di cristallina essenza
**
Eufemia
Omaggio al meraviglioso film "The last Samurai" che ho visto per la prima volta ieri sera
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Dodici lune
di rebus ad incastro
ombre e mantelli
Arcani segni
germogliati dal grembo
di notti oscure
D'inchiostro opaco
son le tumultuose onde
nel mare nero
Volto rapito
ai primordi del tempo
senza ritorno
**
Eufemia
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una raccolta di poesie mie dedicate alle donne
ed ospitate sul sito Partecipiamo.it
In ricordo del grave incendio avvenuto nel 1911 a New nella fabbrica Triangle Factory. L’incendio fu il più grave incidente industriale della storia di New York. Causò la morte di 146 persone, per la maggior parte giovani operaie di origine italiana e dell'est europeo. L'evento ebbe una forte eco sociale e politica, a seguito della quale vennero varate nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro e crebbero notevolmente le adesioni alla International Ladies' Garment Workers' Union, oggi uno dei più importanti sindacati degli Stati Uniti.
L'incendio di New York è uno degli eventi commemorati dalla Giornata Internazionale della Donna ma non è da questo, come erroneamente riportato da alcune fonti, che trae origine la Giornata della donna. Vedi anche La leggenda della fabbrica Cotton.
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Fugace scatto:
su immagini di seppia
solo ricordi
Sbiadisce il tempo
recando seco gli anni
di chi ha vissuto
**
Eufemia
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Danza Cordelia
prima che sorga aurora
dal bianco velo
trasparente come acqua
e cieli senza nubi
Nera la notte
imperfetta vestale
di desideri
celati nelle crepe
di cocci di porcellana
Stridulo il grido
del rapace notturno
dagli occhi grigi;
danzi tu, senza note
nel tuo regno disperso
Un ultimo raggio
d'uno spicchio di luna
getta ombre nere
è un gioco di bagliori
sul tuo volto di rosa
Eufemia
****
Or son molti e molti anni
che in un regno in riva al mare
viveva una fanciulla che col nome
chiamerete di ANNABEL LEE:
e viveva questa fanciulla con non altro pensiero
che d’amarmi e d’essere amata da me.
I versi finali sono di Edgar Allan Poe e sono dedicati ad Annabell Lee, mentre invece nella mia poesia, che liberamente si ispira ad Annebell, la fanciulla si chiama Cordelia, come uno dei personaggi di Re Lear di William Shakespeare
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Albero e foglia
scorrerà vivida linfa
dura corteccia
così l'anima e il cuore
eterni intrecci di noi
**
A Fabrizio da Eufemia, con amore
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Porta diademi
a nascondere il nero
e l'occhio spento
di ogni emozione estinta
che ella giammai conobbe
Là nella piazza
tra maschere e i lustrini
inquieta s'aggira
la falce nascondendo
tra le sontuosi vesti
E insonne danza
con dame dal bel viso:
inchini e baci
sulle mani fanciulle
le bocche già dischiuse
Un giro ancora
ed il sole già muore
nell'oscurità:
tramonta il nuovo giorno
infine vien la notte
Nella laguna
cala ora il sipario:
supremo trionfo!
Di tenebre si copre
la luce della luna
**
Eufemia
Renga liberamente ispirato alla canzone di Angelo Branduardi "Ballo In Fa Diesis Minore" che potete ascoltare qua
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Finte lacrime
sull'immobile volto
d'oro scolpito
Maschera nera
del color dell'inchiostro
- inquietudine -
**
Eufemia
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Danzan le dame
dai volti incipriati
riccioli e sete
nell'immemore tempo
illusioni svanite
Celebrazione
di gioiosi ritrovi
sulla laguna
d'artifici e di giochi
s'illumina la notte
Cosa resta ora?
Melanconiche note
musicisti di strada
i passanti curiosi
sulla piazza San Marco
**
Eufemia
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Ricordi Mina
quell'amor immortale
che noi vivemmo?
Nel tempo senza giorni
scandito da passioni
Ancora schiavo
di un'anima rubino
così preziosa
come sangue su labbra
mescolato a veleno
Una maschera
sul volto di dolore
tu ora indosserai
nel saluto senza addio
che muore sulla bocca
E' mascherato
ed appena sussurrato
senza piu' voce
il nome di chi amasti
al tuo sangue commisto
Questa poesia vuole essere un connubio tra la figura di Mina- Elisabetha, così come è stata rappresentata nel film Dracula di Coppola ed allo stesso tempo, un 'allusione mataforica, della maschera, intesa come dolore che copre l'anima, la quale si riveste negli istanti piu' bui della vita, di una copertura che dissimula la sofferenza del cuore, come quella di Elisabetha-Mina nei confronti di Vlad, l'amore mai dimenticato.
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Nere le perle
come l'anima oscura
volto di donna
celato da maschera
di diademi vestita
Gli occhi fissano
da lontano, Venezia
d'azzurro mare
le mani rivelano
la diafana pelle
Strade silenti
stralunati passanti
umide calli
quanti misteri cela
quell'impietosa aurora
Ombre avvolgono
le due facciate oscure:
il nero e il bianco
un mantello di notte
inizia Carnevale!
Eufemia
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Eterna beltà
tra beffarde maschere
questa è Venezia!
E’ Carnevale
le gondole ormeggiate
sorge l'aurora
Piazza gremita
sfarzosi gli abiti
fasti d'epoca
E poi i ricordi
di affascinanti amori
ancora intatti
**
Eufemia
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Passi nell'ombra
da lontano, Venezia
verde laguna
dai riflessi dorati
e ormeggi di gondole
Audace l'uomo
seducente fascino
lungo mantello
verso il triste tramonto
rimembrando la storia
Addio Venezia
meravigliosa città
nel cuore intatta
al fine della vita
appari ancor piu bella
**
Giacomo Casanova morì lontano dalla città natia,
ossia Venezia e negli ultimi anni
della sua vita mirabolante, per quell'epoca, scrisse "Histoire de ma vie"
(Storia della mia vita)
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Bianca la steppa
selvagge terre del Nord
dal lungo inverno
bellezza immacolata
ricoperta da ghiacci
Ulula il lupo
s'eleva mesto il canto
di mille anni fa
e si perde nel vento
di un'aurora boreale
Ci sia luce o buio
ad ingannare il tempo
e le fitte ombre
nella perenne attesa
che s'accendano stelle
**
Eufemia
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Sulle mie mani
come ali di farfalla
corre via il tempo
incontrando l'Inverno
di un'altra stagione
E fiocchi bianchi
si poseranno lievi
sulla mia casa
e scandiranno le ore
oggi come ieri
Nelle fredde ore
dei giorni di Dicembre
torna la notte
sulle ombre dei ricordi
con silenzioso passo
Eufemia
Immagine di Aster
http://www.asterfollia.it/
E con questa poesia, ringrazio tutti per la meravigliosa partecipazione di
Aspettando Natale 3. Al prossimo anno amici!
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Baci di ghiaccio
perfezione di forma
come il mio cuore
Eufemia
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