Cupo dolore
nei ricordi di chi ha visto
mani annerite
fili sporchi di fumo
pece nera le nubi
Una preghiera
risuona nelle terre
di Hiroshima
tintinnii di campane
spente sono le stelle
Un origami
di un gabbiano in volo
ali piegate
il fuoco oscura il mare
è il trionfo della morte
**
Eufemia
Ricordando Hiroshima, 6 Agosto 1945
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#4
17:39, 09 agosto, 2011
Meravigliosi e terribili versi.
Mi colpisce sempre l'associazione dell'origami e l'animo umano, qui rovesciata rispetto alla consuetudine. L'origami ha un connotato simbolico, la trasformazione dell'inanimato in qualcosa di "vivo" attraverso l'opera dell'uomo, attraverso un'arte, che è mani e mente...richiama alla mente le trasformazioni che l'uomo è in grado di operare, su se stesso e ciò che lo circonda...meravigliose o terribili. Terribili, sussurrano in questi versi le ali piegate del gabbiano e nell'immagine la carta stropicciata, e la melodia è quella del lutto.
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#3
07:49, 08 agosto, 2011
Una forza d'animo interna che si è dovuta spegnere all'improvviso.
Molto belli e intensi i tuoi versi e l'immagine li rappresenta molto! Lucia
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#2
21:03, 06 agosto, 2011
la sofferenza lenita dalla preghiera, qualunque sia la forma che assume...
anche un origami, una luce, un pensiero possono essere preghiere di pace
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#1
15:11, 06 agosto, 2011
Bellissimo questo origami a forma di gabbiano....con le ali piegate .....per ricordare
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