sul volto stanco di Endymion,
si strugge una dea
per un uomo mortale.
Patto di eterno amore.
Dedicato al mio grande amore Eufemia
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presso il tuo spoglio addome,
la caccia ha inizio.
Come preda ferita
il mio cuore in trappola.
Dedicato al mio grande amore Eufemia
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su un'anima siderea
di grande strega.
In catene il tuo cuore
fra pareti di ghiaccio.
Nessuna magia
nessun incantamento
a riscaldare
quell'animo di pietra.
Immortale la pena.
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la lira multicorde
tra grigie note.
Della propria Euridice
solo il mesto lamento.
Sedotte sono
del ringhiante Cerbero
le sue tre teste,
e di Issione la ruota.
Fin dove si spingerà?
Vagabonda Orfeo
lungo i colli dell'Ade,
con voce greve
Dove sei? egli canta.
Commossa Persefone.
Risale l'aedo
verso la superficie,
con la sua sposa.
S'estingue quell'anima
nel riflesso di luce.
Stilla il cantore
odio nelle altrui donne
con tristi poemi.
Della propria Euridice
solo una lontana eco.
Nessun ardore
fu più intenso e tragico
tra quei due amanti.
Perituro il vessillo
d'una condanna eterna.
Dedico questo mito alla mia cara nonna che da oggi non c'è più ma che vivrà attraverso il riverbero di un bel ricordo.
Se solo ne avessi il potere, al pari del cantore di Tracia, fermerei la sua anima sulla fossa dell'Oblio per riportarla indietro.
Addio Nonna Pina!
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il tuo serico corpo
fra laide fiamme
di adusto incantamento.
Nera brucia l'anima.
Questa è la mano
che talvolta toccava
i tuoi capelli
come lingue di fuoco.
Arso il cuore di un poeta.
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lucciole nell'ora buia:
Frenesia d'ali.
Salve Titania!
Regina delle fate
Il prato è in festa.
Piccoli gli elfi
ali di libellula,
sicuri i cieli.
Fra i verdi boschi
un cuore di fanciullo.
Svelata la via.
questa luce che muore
o una lucciola?
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Presto tornerà a commentare!
Ciao Ciao
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l'avvenente odalisca
fra sorde mura
distanti da una vita
che più non le appartiene.
Chiusa la pelle
fra speziati ornamenti,
dolce prigione
ai confini d'un harem.
Un riflesso nell'acqua.
Lieve un sorriso
arabeschi sul viso,
di Samarcanda
i profumi ed unguenti
sono solo catene.
Baciare non puoi
chi fra tutti tu più ami.
Questo il destino
d'una serva d'Oriente.
Il pianto è tuo compagno.
Danza orientale
la forma di riscatto
con il sultano.
Nel muovere il tuo corpo
frammenti di libertà.
Dedico questo testo alle mie due opere Shahrazade e Shams Al Nahar e le dieci perle d'Oriente.
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grappoli tra le foglie.
Pudico il Sole.
Sotto quelle fresche ombre
dono il mio primo bacio.
Dedicato al mio grande amore Eufemia
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in faccende di casa.
Sei proprio un mago!
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Nebbiosi indugi
e mistiche profezie
di un grande mago.
Nei domini dell'Ombra
il cinereo cammino.
Curva la schiena
le mani sul grimorio,
alta la voce;
Ali di pipistrello
e granelli di sabbia.
Pronta la magia
pregata la formula,
raccolta l'erba.
Taciuta è ogni candela.
Silenzio in mute voci.
S'apre la porta
di quel gorgo planare:
scuro l'accesso
al mondo dei non morti.
Piange il cielo un lutto.
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(Terza parte di Plumes sous la Neige)
s'adagia sulle piume
d’albina livrea,
quale scuro presagio
di trenodica fine.
Le nubi a lutto
così si dispiegano
in un gran cerchio:
Lugubre tal lamento
di un cigno ora in esilio.
Dunque disperso
quel suo cinereo sguardo
oltre la siepe
avvolta dai riflessi
di concentriche danze:
Muta la luce
su di un palcoscenico
color del sangue,
mentre rosso si tinge
il volto della Luna;
Quella tormenta
funesta riverbera
l'acqua, gelando
il frenetico corpo
preparatosi al salto.
(Quarta parte di Plumes sous la Neige)
Salta più in alto
altresì quel volteggio
eleva al cielo
nel toccar d'un tramonto
i vermigli drappeggi.
Il bianco e nero
s'alternano sugl'occhi
come maschera
la cui stilla disvela
di quel dolore, l'Ombra:
Fiera s'appresta
la morte ad annunciare
al quieto uccello
l'imminente caduta:
S'ode adesso... Silenzio!
Dall'opera Plumes sous la Neige ispirata al Swan Lake di Matthew Bourne
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scorgo perle d'argento.
Risorge il Sole.
Alba di un nuovo giorno
nel donarti una stella.
Dedicato al mio grande amore Eufemia
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Stinte nel sangue
identità perdute
come fantasmi
errabondi in Abissi
di aghi e coltre di spine.
Putride larve
in un cuore annerito
per il troppo odio
verso il genere umano.
Piange Dio la sua morte.
Ali spezzate
sulla terra infeconda
piume di corvo
cadono dal gran seggio
si oscura il cielo intero.
Perduta gente
vaga sul quel cemento
nel raccogliere
ciò che ora resta di Lui.
Amaro fiele il pasto.
Un'ultima cena
per colui che inocula
quel reo veleno
dentro le proprie vene.
Tenebre sul suo volto.
Storto il suo viso
quando giunge la morte,
vola l'anima
verso addolciti inferni.
Lontano dalla Luce.
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con il volto ridente,
amore e rabbia
gelosia e finanche odio
verso la razza umana.
Morta giovane,
strappata ad una vita
che t'appartiene.
Raminga in questo mondo
lotti contro i demoni.
Unico sogno:
diventare mortale
come molti altri.
Con filosofia vinci
i tuoi peggiori incubi.
Poesia ispirata al personaggio Candice di David Ho
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Presso il Taigeto
un uomo si trasforma
in valente eroe
pur se malforme al piede.
Dura la legge di Sparta.
Nonno Kritolaos
l'allena quale atleta
dal rude corpo
nell'arco e nella lotta.
Vinto il proprio nemico.
Con il suo Brithos
segreto quel legame
di puro sangue
che li rende fratelli.
Uniti nella guerra.
Diverse strade
percorrono loro due:
Devoto Talos
alla liberazione
dei sottomessi Iloti.
Una corazza
riverbera soltanto
come ricordo
fra gl'oracoli di Delfi.
Adesso regna la pace.
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Fingolfin l'elfo,
figlio di Finwe e di Indis,
e fratellastro
di Feanor traditore.
Finarfin il minore.
Supremo re fu
ancor più valoroso
quale inclito eroe
che osò sfidare Morgoth.
Nuova guida hanno i Noldor.
Le porte di Angband
si fanno sacra tomba
per il suo corpo:
Furioso quello scontro,
vacilla la speranza.
Brandita Ringil
fedelissima spada;
pregiata lama
che morde come il gelo
e brilla come il ghiaccio.
Sotto la spinta
di una mazza ferrata
tuona lo scudo
del saggio cavaliere.
Distorto l'avambraccio.
Dalla sua chioma
amputata una ciocca
di aurei capelli;
di vittoria il lamento
dell'Oscuro Signore.
Sette ferite
inferte al suo nemico
con grande cura.
Mutilato è di netto
l'ostile piede destro.
Ahimè l'Oscuro,
pur saltellando ancora,
vibra il suo colpo
contenendo il dolore.
Rotto il collo dell'elfo.
Così ci lascia
Fingolfin, re dei Noldor,
iniquo il vuoto
lasciato sul suo trono.
Fingon, il nuovo erede.
Ora è sepolto
nei pressi dell'Echoriath,
quale mausoleo.
Intona la sua gente
un luttuoso lamento.
Fingolfin è un personaggio dell'universo immaginario fantasy creato da J.R.R. Tolkien per la sua opera, Il Silmarillion.
Egli era un Elfo nato nel reame beato di Valinor, figlio di Finwë e della seconda moglie di questi, Indis dei Vanyar. Aveva un fratellastro, Fëanor, e un fratello minore, Finarfin. Scarso era l'amore tra i figli di Indis e Fëanor. Ebbe tre figli: Fingon, Turgon e Aredhel. La sua spada fu Ringil.
All'epoca dell'ottenebramento di Valinor e della ribellione di Fëanor, seppur riluttante seguì il fratellastro in esilio nella Terra di Mezzo, assieme a gran parte del suo popolo. Rimase coinvolto (suo malgrado) nel fraticidio di Alqualondë, in cui i Noldor levarono le armi contro i Teleri. Fu in seguito tradito da Fëanor il quale, dopo aver raggiunto le coste della Terra di Mezzo insieme ai suoi a bordo delle bianche navi-cigno dei Teleri, non tenne fede alla promessa di rimandarle indietro a prelevare il resto dei Noldor; anzi le diede alle fiamme in una località chiamata Losgar , costringendo così Fingolfin a seguire la strada che passava per il Ghiaccio Stridente, lo Helcaraxë, una striscia di ghiaccio che collegava a Nord la terra di Aman e la Terra di Mezzo. Tale attraversamento comportò pene e numerose perdite e, tra tutte le imprese compiute dai Noldor, è annoverato non certo tra le minori. Giunto nel Beleriand al sorgere della Luna, si stabilì con la sua gente nella regione chiamata Hithlum.
Fu Re Supremo dei Noldor alla morte dello stesso Fëanor, e governò saggiamente per molto tempo, fino a quando non fu ucciso in duello da Morgoth. Infatti, dopo la sconfitta subita dai Noldor e dai loro alleati nella Dagor Bragollach, Fingolfin si recò furioso alle porte di Angband per sfidare Morgoth. Pur combattendo valorosamente, dovette soccombere. In quell'occasione inferse a Morgoth sette ferite, tagliandogli anche un piede, tanto che mai più l'Oscuro Signore riusci a liberarsi dal dolore e fu costretto ad andare saltellando.
Il corpo di Fingolfin venne recuperato da Thorondor e portato nell'Echoriath settentrionale, nei pressi di Gondolin, da dove il figlio Turgon venne per seppellirlo. Re Supremo dei Noldor divenne suo figlio Fingon.
Il suo cavallo si chiamava Rochallor, e quando Fingolfin lo cavalca nella Dagor Bragollach la sua furia lo circonda di un'aura luminosa tale che le forze di Melkor lo fuggono, credendolo Orome in persona.
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piccolo trovatello
lacero e sporco;
fino a nove anni cresce
presso l'orfanotrofio.
Tragici eventi
minano la sua infanzia,
solo percosse
e soprusi subisce
presso il Signor Sowerberry.
Crudele il viaggio
per la fumosa Londra,
è qui che incontra
Doger il malandrino:
Inizio di tutti i guai.
Fagin conosce
il signore dei ladri,
fugge di nuovo
lo sventurato orfano:
Salvato è dal Sig. Brownlow.
Grande amicizia
con la dissoluta Nancy,
attento a Sikes
pericolo di vita.
Destinato alla forca.
Tutto è risolto:
Fagin è ora in prigione
con i compagni;
Torna a casa di Brownlow,
adesso hai una famiglia.
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su algide nubi chiare;
Volo d'Amore
verso le vette più alte.
Promessa d'eternità.
Dalle ceneri
rinasce la passione
di noi due amanti.
Un legame più forte
rinnova la sua livrea.
Dedicata al mio grande amore Eufemia
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pronto scatto felino,
elfica stirpe:
Grandi doti con l'arco
e mimetizzazione.
Fieri guerrieri
nella segreta caccia
ai cervi bianchi.
La via del Guardaboschi
i grandi intraprendono.
Eterni sono,
vita dopo la morte:
Scorre sangue blu
nel loro esile corpo.
Antica discendenza.
Dedico questo testo al mio dolce amore Eufemia
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