in abissale stretta,
occhi di brace
lungo oscuri alvei d'ombra.
Ruggisce il Valaraukar.
Caduto a fondo,
tenebre senza fine,
lingue di fuoco
quale unica rivalsa
della propria prigionia.
Come una spada
dimena il suo flagello;
esso conobbe
di un potente stregone
il suo avverso bastone.
Così recita
con "Tu, non puoi, passare!"
Gandalf il Grigio;
S'apre il ponte di Khazad-Dûm
sotto tetri zoccoli.
In quel baratro
solo echi e riverberi.
La sfida inizia.
Imperitura lotta
fra antitetiche forze.
Balrog
I Balrog sono creature immaginarie ideate da J.R.R. Tolkien per la mitologia fantasy del mondo di Arda. Si tratta di Maiar caduti nella tenebra del potere di Morgoth, primo signore oscuro della Terra di Mezzo. In Sindarin Balrog significa letteralmente demone di potenza, mentre in Quenya essi sono chiamati Valaraukar, dal medesimo significato di Balrog. Nella riduzione cinematografica de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, un Balrog appare nell'episodio La compagnia dell'anello ed in flashback anche ne Le due torri.
All'interno del ciclo di Tolkien il nome Moria viene spesso utilizzato come diretto sinonimo di Khazad-dûm ma sebbene indichino lo stesso luogo, si riferiscono ad esso in diversi tempi.
Arrivati al ponte di Khazad-Dûm, avviene il memorabile scontro tra un Balrog e Gandalf. Il duello provoca la caduta dello stregone e della creatura nel baratro, dopo la rottura della strettissima passerella di roccia che era il ponte, spezzando in questo modo in due parti le caverne di Moria.
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appuntito il suo muso.
Artigli nel buio.
Pericolo di vita
per il prode guerriero.
Gelido il soffio,
una morsa nel cuore
appeso al filo
la sua funesta sorte.
Divenuto leggenda.
Ispirato all'immagine Hobsyllwin
the White Guardian del noto artista Ciruelo Cabral
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fra i sottili sibili
del vento del Nord.
Duttile quello sguardo
di antica stirpe elfica.
Occhi di perla
brillano in fondo al mare,
profondi gl'alvei
di opalescente magia.
Misteri nella Notte.
Chiaro di Luna
a incantarne le forme
d'eburnea grazia.
Raggi come il mercurio
sfiorano il suo bel volto.
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i tuoi grandi occhi di Drow.
Cuore ribelle.
Via da Menzoberranzan,
città degli elfi scuri.
Vai per i reami
con la fedele Guenhwyvar,
pantera nera
legata al piano Astrale
da una statua d'onice.
Forte compagna
in fatali avventure,
Drizzt il tuo nome,
grande maestro di spada
ma dal cuore gentile.
Due scimitarre
seppur quasi sorelle,
Twinkle e poi Icingdeath,
Lame inseparabili.
Morte per il nemico.
Lande di Ghiaccio
la tua nuova dimora,
stretta amicizia
con eroici guerrieri
delle gelide Ten Towns:
Dolce Catti Brie,
Wulfgar, prode barbaro
Bruenor Battlehammer
l'implacabile nano.
Inizio di una Saga.
(R.A. Salvatore, La fuga di Drizzt)
Da Wikipedia
In quasi tutti i libri (esclusi i primi due volumi della Trilogia degli Elfi Scuri, in cui si raccontano l'infanzia e le prime avventure solitarie di Drizzt nel Buio Profondo), Drizzt e i suoi compagni, il barbaro Wulfgar, la dolce Cattie-brie, l'halfling Regis e il nano Bruenor Battlehammer, vivono fantastiche avventure. Drizzt Do'Urden (abbreviazione del casato Daermon N'a'Shezbaernon) è un elfo scuro nato a Menzoberranzan, una delle più importanti città del Buio Profondo, che fin da giovane dimostra un'innata propensione per la bontà, cosa rara nella malvagia e caotica società del Sottosuolo, una qualità che lo porta a fuggire dalla sua casa e dai suoi simili dominati dalla Regina Ragno, per approdare nel mondo della superficie.
Difficilmente accettato e accolto, in quanto appartenente ad una razza spietata e odiata, vaga per le terre di superficie facendo ciò che meglio sa fare: aiutare i più deboli e gli indifesi. Nel tempo, una delle uniche persone che osa avvicinarlo è Montolio Debrouchee, un ranger non vedente e solitario che insegna a Drizzt l'amore per la natura e per i principi della dea Mielikki. Dopo quella breve ma intensa esperienza, l'elfo scuro è costretto dallo scorrere degli eventi e delle situazioni a vagare sempre più lontano alla ricerca di una terra che si possa chiamare casa. Arriva così fino alla spina dorsale del mondo nelle Ten Towns delle "lande di ghiaccio", il luogo dove in seguito conosce Bruenor, sua figlia adottiva Cattie-brie, Wulfgar il barbaro della tribù dell'alce e Regis l'halfling con la predilezione per i guai. Da quell'incontro, Drizzt Do'Urden e i suoi amici iniziano un lungo viaggio tra tutti i Reami e tra mille avventure, dalla riscoperta di Mithral Hall, l'antica dimora del clan nanico dei Battlehammer, alla lotta con Artemis Entreri temibile e spietato assassino della corporazione di Pasha Pook e suo più grande nemico, alle lotte con lo spirito del Cacciatore, la doppia e selvaggia personalità che alberga in lui. Queste sono le gesta che danno il via ad una vera e propria leggenda, la storia di un elfo scuro di nome Drizzt Do' Urden.
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sotto una stessa quercia;
per sempre insieme.
Patto d'immortalità
tra serafiche fronde.
Ricordi Amore?
Come corteccia e foglia
io e te sostiamo
in un solo germoglio.
Ebbro il nostro calice.
Nel testo di Ovidio Apollo si era vantato di saper usare come nessun altro l'arco e le frecce, per la sua presunzione Cupido lo punisce colpendolo e facendolo innamorare della bella ninfa Dafne, la quale però aveva consacrato la sua vita a Diana e alla caccia. L'amore di Apollo è irrefrenabile, Dafne chiede aiuto al padre Penèo, dio dei fiumi, il quale per impedire ai due di congiungersi la trasforma in un albero, il lauro, che da quel momento diventerà sacro per Apollo, questo è in breve l'episodio che Bernini rappresenta fedelmente proprio nel momento della trasformazione della ninfa in pianta.
La scena è spettacolare e terribile al tempo stesso. Rincorsa da Apollo Dafne si protende in avanti, la sua metamorfosi si compie ed è visibile nelle mani che prendono la forma di rami e di foglie, i capelli e le gambe si trasformano in tronco e i piedi in radici; Apollo la guarda incredulo, ma trattandosi di un Dio Apollineo rimane impassibile, invece lo sguardo della Ninfa è al contempo sbigottito e pieno di terrore.
Nota dell'autore: come il Bernini diede un'immagine inedita dell'Apollo e Dafne, qui il lauro viene sostituito con la quercia per esigenze espressive, non rappresentando un errore del poeta.
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Mossa la spada
da una robusta mano;
sgorga la linfa
dalle placche d'argento
di un temibile drago.
Zanne ed artigli
sulla coltre di sabbia,
vecchie rovine.
Scuro sangue vermiglio
sulle imbrunite scaglie
di Nybeldumenor,
la creatura immortale:
Incantesimi
di difesa magica.
Spezzata la lunga asta
del proprio ordine
dal reo colpo di coda.
Scritto il destino.
Ruggiti di potere
sopra la torre più alta.
Ispirato alla canzone Skalds & Shadows dei Blind Guardian
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Raggi di Luna
sulle morbide foglie.
Perle d'argento
sui suoi tronchi screziati.
Il bosco si risveglia
su quelle note
d'eterno menestrello.
Stretta la corda,
vibra l'antica lira.
Canto d'elfi silvani.
In un buio dungeon
cenere altresì bruma.
Creste di fuoco
ha il leggendario mostro:
Soffia dalla sua bocca.
Sopito il drago
con un semplice accordo,
Prodigio o Incanto?
Magia della Natura.
La tempesta si placa.
Ispirato alla canzone The Bard's Song dei Blind Guardian
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maschere veneziane,
celati sguardi
in albine volute.
Variopinte identità.
Stelle d'argento
in quelle orbite vuote,
Luna nel Sole
in un drappeggio di ombre,
fine del Carnevale.
Ricordando la giornata di ieri a Venezia con Eufemia
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cuore di concubina,
ridente il volto
tra finestre di carta:
Entra un raggio di Sole.
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La danza dei veli
Sparsi gli unguenti
lungo quel caldo corpo
di mia odalisca
ebbro di dolci spezie
e madido di perle,
Tre quei sonagli
sul suo braccio e sul collo
che carezzano
questa morbida pelle
avvinta alle giovani
dita maschili
profuse nel calore
del proprio disio.
Morbide le cadenze
tra voluttuose organze.
Sempre più agogno
quei tuoi lividi fianchi
ora violati
con i pungenti morsi
di crudele libido.
Rapito è il cuore
di un umile sultano
ancor più cieco
nel possederla tutta:
Sei tu sì schiava in croce.
Rapito il cuore,
impietrito dall'eros
del suo diniego
di seduttiva amante.
Cupo il sonno nell'Harem.
Dedicata al mio amore Eufemia
(Estratto con variante metrica dalla fiaba poetica Shams al Nahar e le dieci perle d'Oriente pubblicata presso Lulu.com)
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sul volto sorridente
di gran pagliaccio:
Lacrima sul cuore.
Lo spettacolo inizia.
Burle e trucchetti
tra gli sferzanti applausi:
Riso di bimbo.
Calano i riflettori:
Ringraziano i tristi clown.
Cappello buffo
grande naso a patata,
gioia nello sguardo.
Votati a divertire
colui che ancora soffre.
Un Saltimbanco
dai pon pon color oro,
con labbra rosse
e un cerchio sul proprio occhio.
Basta solo un sorriso.
Dedico questo tanka al gioioso e piccolo Ivan
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di fata in tetri abissi.
Sussulta il poeta.
Gran dono d'amore il tuo:
Si vivifica il cuore.
Un cavaliere
ne nasce a tal richiamo:
La spada è tratta.
Un nuovo lieto fine
cinge fiabe d'eterno.
Dedicato alla mia fonte d'ispirazione Eufemia
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tra foglie sempreverdi:
scorre la linfa
di un amore mortale
tra le fitte radici
di un grande albero.
L'ardore di una ninfa
brucia per sempre:
Amato è il sommo poeta.
Una goccia sul foglio.
Dedicato alla mia Musa Ispiratrice Eufemia
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Su un filo spinato
Spina nel cuore
Tormento ed Estasi
In corpi non umani
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Scala la nave
di Argo presso Colchide.
Focosi sguardi
lungo tortuosi colli:
Adesso uccisa è l'Idra.
Conquista il vello
d'oro, l'eroica ciurma
con gran coraggio:
Giasone fa ritorno.
La propria città è salva.
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al di là d'una porta
sul grande mare:
Si consuma il destino
presso le Termopili.
Parla per gli Dèi
l'oscuro vaticinio
dell'oracolo:
Un'infausta sconfitta
per i Lacedemoni.
nelle file ordinate
degli spartani:
Forte la disciplina
tra la polvere e il sangue.
Eroi e guerrieri
combattono affiatati
scudo con scudo,
giavellotto sul fianco.
La battaglia è vicina!
altresì lesi i corpi
d'ogni persiano.
S'odono cupi squilli
di tempestoso corno.
Insorge Sparta
al richiamo nemico:
verso la gloria
ogni soldato avanza
come grigio fantasma.
Tendono gl'archi:
oscurano le frecce
l'intero cielo;
Gridano gl'Immortali
contro le schiere ellene.
Tutti gl'opliti
parano quieti i colpi
sotto la conca
del loro robusto aspis:
S'innalza la difesa!
Molte le lance
sul terreno di guerra
fra scheletri e ossa
intinte ora nel sangue:
Riecheggia l'eternità.
Grande il valore
in battaglie campali;
s'ode un ruggito
sulle porte di Fuoco:
Leonida cade da eroe!
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ruggito da grande re,
spirito forte,
Aslan si sacrifica:
Infuria la battaglia.
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volante, Abu viaggia
alla ricerca
del giovane re Ahmad:
Scoperta è la lampada
del grande genio,
esaudito ora viene
il desiderio
sconfitto è il visir Jafar.
Ahmad torna libero.
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è l'empio Jack Skeletron
col cane Zero,
mentre egli vagabonda
tra circoli d'alberi.
Caduto è adesso
all'interno d'un tronco:
piena di luci
e regali la città
d'innevato Natale.
Molti quei doni
d'Halloween regalati,
grandi sciagure
recati al mondo reale.
Si pente infine Jack.
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della gran dinastia Tang
s'affievolisce
l'inatteso destino
tra i suoi scuri segreti.
Nel dì del Chong Yang,
festa dei crisantemi,
crude battaglie
disvelano ogni intrigo.
Oblio tra fiori d'oro.
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