domenica 15 gennaio 2012

Tetractys2




Mistica Fiamma
in abissale stretta,
occhi di brace

lungo oscuri alvei d'ombra.
Ruggisce il Valaraukar.

Caduto a fondo,
tenebre senza fine,
lingue di fuoco

quale unica rivalsa
della propria prigionia.

Come una spada
dimena il suo flagello;
esso conobbe

di un potente stregone
il suo avverso bastone.

Così recita
con "Tu, non puoi, passare!"
Gandalf il Grigio;

S'apre il ponte di Khazad-Dûm
sotto tetri zoccoli.

In quel baratro
solo echi e riverberi.
La sfida inizia.

Imperitura lotta
fra antitetiche forze.








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« \mathfrak{N}on si riusciva a distinguere cosa fosse: era come una grande ombra, nel mezzo della quale si trovava una forma scura di dimensioni umane, e anche più grossa; potere e terrore parevano sprigionarsi da essa e precederla.
Giunse all'orlo della voragine di fuoco, e la luce s'offuscò, come se una nube vi si fosse posata sopra. Poi d'impeto varcò il baratro. Con un ruggito le fiamme s'innalzarono in segno di saluto, intrecciandosi intorno a lui; un fumo nero turbinò nell'aria. La criniera svolazzante dell'oscura forma prese fuoco, avvampando. Nella mano destra teneva una lama pari a un'acuminata lingua di fuoco, e nella sinistra una frusta dalle molte code. »



Balrog

I Balrog sono creature immaginarie ideate da J.R.R. Tolkien per la mitologia fantasy del mondo di Arda. Si tratta di Maiar caduti nella tenebra del potere di Morgoth, primo signore oscuro della Terra di Mezzo. In Sindarin Balrog significa letteralmente demone di potenza, mentre in Quenya essi sono chiamati Valaraukar, dal medesimo significato di Balrog. Nella riduzione cinematografica de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, un Balrog appare nell'episodio La compagnia dell'anello ed in flashback anche ne Le due torri.


Khazad-dûm

All'interno del ciclo di Tolkien il nome Moria viene spesso utilizzato come diretto sinonimo di Khazad-dûm ma sebbene indichino lo stesso luogo, si riferiscono ad esso in diversi tempi.

Arrivati al ponte di Khazad-Dûm, avviene il memorabile scontro tra un Balrog e Gandalf. Il duello provoca la caduta dello stregone e della creatura nel baratro, dopo la rottura della strettissima passerella di roccia che era il ponte, spezzando in questo modo in due parti le caverne di Moria.

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Postato alle 03/03/2008 14:47 di lunedì, 03 marzo 2008








Bianche le scaglie,
appuntito il suo muso.
Artigli nel buio.

Pericolo di vita
per il prode guerriero.

Gelido il soffio,
una morsa nel cuore
appeso al filo

la sua funesta sorte.
Divenuto leggenda.




Ispirato all'immagine
Hobsyllwin
the White Guardian
del noto artista Ciruelo Cabral

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Postato alle 25/02/2008 18:53 di lunedì, 25 febbraio 2008






Chioma d'argento
fra i sottili sibili
del vento del Nord.

Duttile quello sguardo
di antica stirpe elfica.

Occhi di perla
brillano in fondo al mare,
profondi gl'alvei

di opalescente magia.
Misteri nella Notte.

Chiaro di Luna
a incantarne le forme
d'eburnea grazia.

Raggi come il mercurio
sfiorano il suo bel volto.

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Postato alle 18/02/2008 20:27 di lunedì, 18 febbraio 2008




Color lavanda
i tuoi grandi occhi di Drow.
Cuore ribelle.

Via da Menzoberranzan,
città degli elfi scuri.

Vai per i reami
con la fedele Guenhwyvar,
pantera nera

legata al piano Astrale
da una statua d'onice.

Forte compagna
in fatali avventure,
Drizzt il tuo nome,

grande maestro di spada
ma dal cuore gentile.

Due scimitarre
seppur quasi sorelle,
Twinkle e poi Icingdeath,

Lame inseparabili.
Morte per il nemico.

Lande di Ghiaccio
la tua nuova dimora,
stretta amicizia

con eroici guerrieri
delle gelide Ten Towns:

Dolce Catti Brie,
Wulfgar, prode barbaro
Bruenor Battlehammer

l'implacabile nano.
Inizio di una Saga.






"Ho lasciato Menzoberranzan molti anni fa", cercò di spiegare Drizzt. I suoi occhi fissarono lontano, nel passato, mentre ricordava la vita che aveva abbandonato. "Non è mai stata la mia vera casa" »

(R.A. Salvatore, La fuga di Drizzt)


Dedicato a uno dei miei personaggi fantasy preferiti




Da Wikipedia

Drizzt Do'Urden (nome completo Drizzt Daermon N'a'shezbaernon) è un personaggio immaginario creato da R.A. Salvatore le cui avventure si svolgono nell'ambientazione Forgotten Realms per il gioco di ruolo Dungeons & Dragons. È uno dei pochi drow a vivere sulla superficie, poiché ha abbandonato la filosofia malvagia del suo popolo ed il suo nativo Buio Profondo.

In quasi tutti i libri (esclusi i primi due volumi della Trilogia degli Elfi Scuri, in cui si raccontano l'infanzia e le prime avventure solitarie di Drizzt nel Buio Profondo), Drizzt e i suoi compagni, il barbaro Wulfgar, la dolce Cattie-brie, l'halfling Regis e il nano Bruenor Battlehammer, vivono fantastiche avventure. Drizzt Do'Urden (abbreviazione del casato Daermon N'a'Shezbaernon) è un elfo scuro nato a Menzoberranzan, una delle più importanti città del Buio Profondo, che fin da giovane dimostra un'innata propensione per la bontà, cosa rara nella malvagia e caotica società del Sottosuolo, una qualità che lo porta a fuggire dalla sua casa e dai suoi simili dominati dalla Regina Ragno, per approdare nel mondo della superficie.

Difficilmente accettato e accolto, in quanto appartenente ad una razza spietata e odiata, vaga per le terre di superficie facendo ciò che meglio sa fare: aiutare i più deboli e gli indifesi. Nel tempo, una delle uniche persone che osa avvicinarlo è Montolio Debrouchee, un ranger non vedente e solitario che insegna a Drizzt l'amore per la natura e per i principi della dea Mielikki. Dopo quella breve ma intensa esperienza, l'elfo scuro è costretto dallo scorrere degli eventi e delle situazioni a vagare sempre più lontano alla ricerca di una terra che si possa chiamare casa. Arriva così fino alla spina dorsale del mondo nelle Ten Towns delle "lande di ghiaccio", il luogo dove in seguito conosce Bruenor, sua figlia adottiva Cattie-brie, Wulfgar il barbaro della tribù dell'alce e Regis l'halfling con la predilezione per i guai. Da quell'incontro, Drizzt Do'Urden e i suoi amici iniziano un lungo viaggio tra tutti i Reami e tra mille avventure, dalla riscoperta di Mithral Hall, l'antica dimora del clan nanico dei Battlehammer, alla lotta con Artemis Entreri temibile e spietato assassino della corporazione di Pasha Pook e suo più grande nemico, alle lotte con lo spirito del Cacciatore, la doppia e selvaggia personalità che alberga in lui. Queste sono le gesta che danno il via ad una vera e propria leggenda, la storia di un elfo scuro di nome Drizzt Do' Urden.



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Postato alle 14/02/2008 09:23 di giovedì, 14 febbraio 2008






Cuori riuniti
sotto una stessa quercia;
per sempre insieme.

Patto d'immortalità
tra serafiche fronde.

Ricordi Amore?
Come corteccia e foglia
io e te sostiamo

in un solo germoglio.
Ebbro il nostro calice.






Dedicato al mio amore Eufemia per San Valentino



Apollo e Dafne Da Wikipedia

Nel testo di Ovidio Apollo si era vantato di saper usare come nessun altro l'arco e le frecce, per la sua presunzione Cupido lo punisce colpendolo e facendolo innamorare della bella ninfa Dafne, la quale però aveva consacrato la sua vita a Diana e alla caccia. L'amore di Apollo è irrefrenabile, Dafne chiede aiuto al padre Penèo, dio dei fiumi, il quale per impedire ai due di congiungersi la trasforma in un albero, il lauro, che da quel momento diventerà sacro per Apollo, questo è in breve l'episodio che Bernini rappresenta fedelmente proprio nel momento della trasformazione della ninfa in pianta.
La scena è spettacolare e terribile al tempo stesso. Rincorsa da Apollo Dafne si protende in avanti, la sua metamorfosi si compie ed è visibile nelle mani che prendono la forma di rami e di foglie, i capelli e le gambe si trasformano in tronco e i piedi in radici; Apollo la guarda incredulo, ma trattandosi di un Dio Apollineo rimane impassibile, invece lo sguardo della Ninfa è al contempo sbigottito e pieno di terrore.


Nota dell'autore: come il Bernini diede un'immagine inedita dell'Apollo e Dafne, qui il lauro viene sostituito con la quercia per esigenze espressive, non rappresentando un errore del poeta.

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Postato alle 10/02/2008 21:46 di domenica, 10 febbraio 2008






Mossa la spada
da una robusta mano;
sgorga la linfa

dalle placche d'argento
di un temibile drago.

Zanne ed artigli
sulla coltre di sabbia,
vecchie rovine.

Scuro sangue vermiglio
sulle imbrunite scaglie

di Nybeldumenor,
la creatura immortale:
Incantesimi

di difesa magica.
Spezzata la lunga asta

del proprio ordine
dal reo colpo di coda.
Scritto il destino.

Ruggiti di potere
sopra la torre più alta.





Ispirato alla canzone Skalds & Shadows dei Blind Guardian




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Postato alle 10/02/2008 17:34 di domenica, 10 febbraio 2008






Raggi di Luna
sulle morbide foglie.
Perle d'argento

sui suoi tronchi screziati.
Il bosco si risveglia

su quelle note
d'eterno menestrello.
Stretta la corda,

vibra l'antica lira.
Canto d'elfi silvani.

In un buio dungeon
cenere altresì bruma.
Creste di fuoco

ha il leggendario mostro:
Soffia dalla sua bocca.

Sopito il drago
con un semplice accordo,
Prodigio o Incanto?

Magia della Natura.
La tempesta si placa.






Ispirato alla canzone The Bard's Song dei Blind Guardian


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Postato alle 08/02/2008 17:35 di venerdì, 08 febbraio 2008








Volti barocchi,
maschere veneziane,
celati sguardi

in albine volute.
Variopinte identità.

Stelle d'argento
in quelle orbite vuote,
Luna nel Sole

in un drappeggio di ombre,
fine del Carnevale.






Ricordando la giornata di ieri a Venezia con Eufemia

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Postato alle 06/02/2008 17:52 di mercoledì, 06 febbraio 2008





Muti sospiri,
cuore di concubina,
ridente il volto

tra finestre di carta:
Entra un raggio di Sole.

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Postato alle 05/02/2008 11:05 di martedì, 05 febbraio 2008








La danza dei veli


Sparsi gli unguenti
lungo quel caldo corpo
di mia odalisca

ebbro di dolci spezie
e madido di perle,

Tre quei sonagli
sul suo braccio e sul collo
che carezzano

questa morbida pelle
avvinta alle giovani

dita maschili
profuse nel calore
del proprio disio.

Morbide le cadenze
tra voluttuose organze.

Sempre più agogno
quei tuoi lividi fianchi
ora violati

con i pungenti morsi
di crudele libido.

Rapito è il cuore
di un umile sultano
ancor più cieco

nel possederla tutta:
Sei tu sì schiava in croce.

Rapito il cuore,
impietrito dall'eros
del suo diniego

di seduttiva amante.
Cupo il sonno nell'Harem.






Dedicata al mio amore Eufemia


(Estratto con variante metrica dalla fiaba poetica Shams al Nahar e le dieci perle d'Oriente pubblicata presso Lulu.com)

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Postato alle 02/02/2008 12:45 di sabato, 02 febbraio 2008




Bianca maschera
sul volto sorridente
di gran pagliaccio:

Lacrima sul cuore.
Lo spettacolo inizia.

Burle e trucchetti
tra gli sferzanti applausi:
Riso di bimbo.

Calano i riflettori:
Ringraziano i tristi clown.







Cappello buffo
grande naso a patata,
gioia nello sguardo.

Votati a divertire
colui che ancora soffre.








Un Saltimbanco
dai pon pon color oro,
con labbra rosse

e un cerchio sul proprio occhio.
Basta solo un sorriso.





Dedico questo tanka al gioioso e piccolo Ivan

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Postato alle 31/01/2008 12:54 di giovedì, 31 gennaio 2008






Dolci sussuri
di fata in tetri abissi.
Sussulta il poeta.

Gran dono d'amore il tuo:
Si vivifica il cuore.

Un cavaliere
ne nasce a tal richiamo:
La spada è tratta.

Un nuovo lieto fine
cinge fiabe d'eterno.





Dedicato alla mia fonte d'ispirazione Eufemia

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Postato alle 29/01/2008 10:43 di martedì, 29 gennaio 2008





Cuore di legno
tra foglie sempreverdi:
scorre la linfa

di un amore mortale
tra le fitte radici

di un grande albero.
L'ardore di una ninfa
brucia per sempre:

Amato è il sommo poeta.
Una goccia sul foglio.



Dedicato alla mia Musa Ispiratrice Eufemia

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Postato alle 27/01/2008 15:03 di domenica, 27 gennaio 2008



Sangue e carne
Su un filo spinato
Spina nel cuore

Tormento ed Estasi
In corpi non umani

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Postato alle 26/01/2008 17:59 di sabato, 26 gennaio 2008






Scala la nave
di Argo presso Colchide.
Focosi sguardi

lungo tortuosi colli:
Adesso uccisa è l'Idra.

Conquista il vello
d'oro, l'eroica ciurma
con gran coraggio:

Giasone fa ritorno.
La propria città è salva.



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Postato alle 26/01/2008 09:54 di sabato, 26 gennaio 2008










Tempesta e Fuoco
al di là d'una porta
sul grande mare:

Si consuma il destino
presso le Termopili.

Parla per gli Dèi
l'oscuro vaticinio
dell'oracolo:

Un'infausta sconfitta
per i Lacedemoni.













Serrati i ranghi
nelle file ordinate
degli spartani:

Forte la disciplina
tra la polvere e il sangue.

Eroi e guerrieri
combattono affiatati
scudo con scudo,

giavellotto sul fianco.
La battaglia è vicina!















Colpi di scudo
altresì lesi i corpi
d'ogni persiano.

S'odono cupi squilli
di tempestoso corno.

Insorge Sparta
al richiamo nemico:
verso la gloria

ogni soldato avanza
come grigio fantasma.















Tendono gl'archi:
oscurano le frecce
l'intero cielo;

Gridano gl'Immortali
contro le schiere ellene.

Tutti gl'opliti
parano quieti i colpi
sotto la conca

del loro robusto aspis:
S'innalza la difesa!














Molte le lance
sul terreno di guerra
fra scheletri e ossa

intinte ora nel sangue:
Riecheggia l'eternità.

Grande il valore
in battaglie campali;
s'ode un ruggito

sulle porte di Fuoco:
Leonida cade da eroe!




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Postato alle 25/01/2008 18:27 di venerdì, 25 gennaio 2008






Fiera criniera,
ruggito da grande re,
spirito forte,

Aslan si sacrifica:
Infuria la battaglia.


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Postato alle 25/01/2008 17:59 di venerdì, 25 gennaio 2008





Sopra il tappeto
volante, Abu viaggia
alla ricerca

del giovane re Ahmad:
Scoperta è la lampada

del grande genio,
esaudito ora viene
il desiderio

sconfitto è il visir Jafar.
Ahmad torna libero.



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Postato alle 24/01/2008 21:38 di giovedì, 24 gennaio 2008






Re delle zucche
è l'empio Jack Skeletron
col cane Zero,

mentre egli vagabonda
tra circoli d'alberi.

Caduto è adesso
all'interno d'un tronco:
piena di luci

e regali la città
d'innevato Natale.

Molti quei doni
d'Halloween regalati,
grandi sciagure

recati al mondo reale.
Si pente infine Jack.



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Postato alle 24/01/2008 16:49 di giovedì, 24 gennaio 2008






Con cappa e spada
della gran dinastia Tang
s'affievolisce

l'inatteso destino
tra i suoi scuri segreti.

Nel dì del Chong Yang,
festa dei crisantemi,
crude battaglie

disvelano ogni intrigo.
Oblio tra fiori d'oro.



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